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Le tracce di schiuma che le onde lasciano sulla riva del mare hanno ispirato la serie di quadri “La memoria del bianco” realizzati utilizzando unicamente il colore bianco su tela di lino grezzo. La schiuma delle onde rappresenta una “matrice” di bianco da cui nascono, prendono forma e forza paesaggi materici ed eterei. Sono luoghi non luoghi privi di veri riferimenti spaziali, proiettati in una dimensione atemporale, sospesi tra figurazione e astrazione. Il bianco riflette la luce naturale e, con le sue infinite sfumature, i suoi svariati movimenti e grazie alle pennellate forti e fantasiose, lascia la sua memoria potente, ma effimera, sulla sabbia. In questi paesaggi talvolta inserisco dei corpi che emergono e si confondono con gli arabeschi disegnati dalla schiuma. Sono esseri sospesi in momenti di pace, di abbandono, di contemplazione, che prendono la loro energia dall’acqua che li ha forgiati. Sono in armonia con il bianco delle onde che, avvolgendoli, li nasconde e al contempo li rivela, evocando la purezza di un mondo ancestrale. Con queste opere, cerco di esplorare sino in fondo il potere evocatore del bianco e la sua capacità di farci oltrepassare il confine tra realtà e immaginazione poiché vedere è immaginare… e come dice W. Blake :”The Imagination is not a state: it is the human existence itself “.
Infine il bianco delle onde appare per me come il simbolo di un mondo ove tutti i colori sono scomparsi un mondo di pace, di silenzio assoluto impenetrabile: “Le blanc résonne intérieurement comme un non-son, ce qui correspond à certains silences en musique. C’est un silence plein de possibilité. Le blanc sonne comme un silence qui pourrait etre compris. C?est un néant, qui est jeuneou encore plus exactement un néant d?avant le commencement, d’avant la naissance. C’est peut etre ainsi que sonnait la terre aux jours blancs de l’ère glaciaire” (W.Kandinsky, “Du spirituel dans l’art et dans la peinture en particulier”).